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giovedì 7 ottobre 2010

A TAVOLA CON I BARBARI


Sabato 2 ottobre

Uno splendido sabato alla riscoperta di antichi sapori!! Sono Bruno Andreolli, docente universitario di Storia Medievale, e lo chef Paolo Reggiani che ci raccontano con passione le abitudini alimentari delle nostre terre tra alto e basso medioevo. Lo sapevate che nella storia del cibo ebbe grande importanza la promozione determinata dal cristianesimo? Ebbene si! Basti pensare alla grande sponsorizzazione che la Chiesa fece del vino: durante la messa, infatti, esso si trasforma nel sangue di Cristo. Ma non solo! La Chiesa ha sacralizzato anche olio, pesce, e soprattutto il maiale. Nelle allegorie del passato il maiale aveva una connotazione negativa, era il simbolo del demonio, fu solo grazie a S. Antonio che il maiale assunse un valore positivo, diventando il simbolo per eccellenza del mondo animale. In passato il maiale era più piccolo, più scuro, ma più saporito rispetto ai nostri giorni. Un tempo, infatti, i sapori erano maggiormente diversificati e si sentivano di più, oggi invece abbiamo il vizio di creare sapori unificati, che ci identifichino come nazione. Non a caso l’emblema dell’unità d’Italia è proprio la pasta, diffusissima in tutto il territorio nazionale, ma diversificata da regione a regione. Si può dire che una delle parole chiave della cucina medioevale è proprio “complessità”: a tavola infatti le portate arrivavano insieme, cosa impensabile ai nostri giorni!

Il culmine del piacere legato al cibo veniva raggiunto durante i banchetti, e proprio a questo proposito Reggiani ci parla di Leonardo Da Vinci….ma quel Leonardo Da Vinci??? Un aspetto meno noto del grande Leonardo è proprio quello di essere stato protagonista di primo piano nel realizzare convivi. Lo fece alla corte degli Sforza dove fu maestro di cerimonie e banchetti e dove elaborò progetti e disegni che riguardavano accessori per la cucina. Pare inoltre che con il Botticelli, accomunati da una comune passione per il cibo e la cucina, avesse aperto una trattoria.

Ma che ruolo aveva il cuoco nel Medioevo? Era un personaggio nascosto nelle cucine, luoghi spesso malsani, ma nonostante ciò il cuoco era ed è tuttora colui che genera la gastronomia. Egli sperimenta per provare starde nuove, genera diversità utilizzando i prodotti noti, recupera antiche ricette. Riprodurre ricette antiche è faticoso perché mancano i riferimenti, ma ciononostante Reggiani nel 2005 fa rinascere la salsiccia gialla, prodotto tipico di Modena del XVI secolo. In questo periodo, infatti, la nostra città è costretta ad affrontare una gravosa carestia con relativa scarsità di cereali ma, strano a dirsi, una decisa abbondanza di carne salata! Secondo una ricetta del primo ‘600, i lardaiuoli modenesi aggiungevano all’impasto zafferano e formaggio grana grattugiato finemente, che davano alla salsiccia la caratteristica colorazione giallastra.

Questo è solo un assaggio dell’interessantissima conferenza, per saperne di più continuate a seguirci, a breve le interviste dei due esperti!!!

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